Il Gran Maestro Toshitsugu Takamatsu nacque il 10 di Marzo del 1887, inizialmente col nome di Hisatsugu Takamatsu; ebbe una infanzia non molto felice perché deriso e reso oggetto di violenze gratuite da parte dei suoi compagni di scuola. Il padre Yasaburo Takamatsu, vendendolo con un carattere così chiuso e timido perse ogni speranza nel poterlo vedere un giorno fare carriera militare, suo desiderio da sempre. Fu allora che il padre chiese al nonno di Takamatsu, Shinryuken Masamitsu Toda, il quale dirigeva un dôjô dove insegnava principalmente Shinden Fudo Ryû Dakentaijutsu, di accettare suo nipote come allievo.
Il giovanissimo Takamatsu si sentiva come in un mattatoio, poiché suo nonno rifiutò di insegnargli una qualsiasi tecnica per un anno, utilizzandolo per gli altri allievi avanzati come “cavia” per le loro tecniche causandogli ferite ed escoriazioni sui gomiti e sulle ginocchia. Successivamente iniziò a studiare le tecniche di Shinden Fudo Ryû Dakentaijutsu raggiungendone la piena padronanza all’età di soli 13 anni; successivamente imparò il Koto Ryû Koppôjutsu e più tardi il Togakure Ryû Ninpô Taijutsu, (quest’ultima con poco entusiasmo visto che inizialmente il suo allenamento consisteva nel salire ripetutamente per una tavola di legno larga sei centimetri).
Successivamente entrò nel Dôjô di Mizuta Yoshitaro Tadafusa per iniziare i suoi studi sulla Takagi Yoshin Ryû Jûtaijutsu ottenendo il Menkyo Kaiden (maestria e/o conoscenza totale) di questa scuola a soli 16 anni. In questo periodo ebbe un confronto con un lottatore della Musashi Ryû, alla fine del quale uscì vittorioso ma con la rottura di un timpano, la quale fu causa della negazione di ingresso nell’esercito.
Continuò allora nello studio delle Arti Marziali con la Kukishinden Ryû Happô Bikenjutsu sotto la guida di Takekage Matsutaro Ishitami, il quale era Sôke anche di Hontai Takagi Yôshin Ryû, Gikan Ryû e Muso Shinden Ryû, ricevendo, alla morte del maestro, le pergamente delle scuole e quindi diventando egli stesso il successivo Sôke.
A 18 anni, iniziò a lavorare presso la fabbrica di cerini del padre trasportando giornalmente, da solo, i 1.500 litri di acqua della quale la fabbrica aveva bisogno tramite dei secchi caricati su una barra che portava sulle spalle percorrendo più e più volte la distanza tra il luogo di lavoro e la sorgente situata nella montagna Maru, in Akashi pari a circa 1Km.
Dopo poco tempo partì alla volta della Cina, dove per anni fu messa a prova la sua tecnica al servizio di vari signori dell’area della Mongolia e Manciuria venendo soprannominato “Moko no Tora” che tradotto significa “Tigre Selvaggia della Mongolia” imparando nel contempo più di diciotto discipline marziali cinesi e coreane.
Di ritorno dalla Cina, Takamatsu ricorse ad un medico locale perché affetto da grave malattia polmonare e di Beri-beri (malattia tipica delle zone tropicali) ospitato dalla nonna ma ben presto, per non essere di peso alla propria familiare, decide di abbandonare la casa dirigendosi verso il monte Ammazza, vicino a Kobe dove visse per un anno alimentandosi di riso crudo e Tofu, parlando con gli animali e vivendo in un rifugio di meno di quattro metri quadrati di grandezza che egli stesso costruisce, riuscendo a recuperare la salute persa grazie alla sua tenacia e al suo incontro con un monaco chiamato Tamaoki, che lo liberò del verme solitario all’interno del suo intestino. Si alleno duramente colpendo con vigore alberi e rocce con le proprie mani ed i propri piedi nudi rendendo le unghie simili agli artigli degli animali.
Ritornò in Cina dove crebbe la sua reputazione arrivando ad occupare anche la carica di Presidente dell’Associazione Cinese – Giapponese di Arti Marziali ma, a causa dei cambiamenti politici di quel paese dovette fare ritorno in Giappone.
Durante gli anni che rimase in Cina insegnò arti marziali, arrivando ad avere qualcosa come più di 1.000 studenti e ricevendo innumerevoli sfide, modo usuale all’epoca per dimostrare l’efficacia della scuola praticata e mantenerne alta la reputazione, non perdendo mai un solo combattimento.
Al suo rientro in Giappone nel 1919 all’età di 30 anni, prese i voti di sacerdote nel tempio Tendai, nel monte Hiei, vicino Kyoto.
Takamatsu accettò il suo ultimo discepolo alla fine degli anni 50, uno studente di Kobudô chiamato Yoshiaki Hatsumi, provaniente da Noda ( Tôkyô) il quale viaggiò per 15 anni attraverso un tragitto in treno di più di 12 ore, per poter apprendere i suoi insegnamenti.
Toshitsugu Takamatsu morì il 2 di Aprile del 1972, all’età di 85 anni. Poche persone sapevano che era un Gran Maestro di Arti Marziali ed i suoi vicini di casa si sorpresero nel sapere che era stato anche il patriarca di una delle ultimi e più antichi tradizionali di Ninjutsu. Masaaki Hatsumi fu l’unico dei sui allievi presenti alla funzione funebre, celebrando i riti tradizionali e versando acqua nella bocca del defunto Takamatsu, compito riservato di norma nella tradizione giapponese, al figlio primogenito